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IL CONSORZIO DEL FIUME OLONA COMPIE 400 ANNI
Gioachino Mauri nel suo intervento ricorda che sin dalle origini il Consorzio del Fiume ha imparato a confrontarsi con le problematiche del fiume assimilandone fino in fondo le peculiarità maggiormente significative. Ci parla delle origini delle parole che interessano gli ambiti fluviali, ci racconta della sacralità attribuita ai "prati d'Olona", alle "bocche consortili", ai "calendari d'irrigazione" da parte dei vecchi agricoltori e ci ricorda che la memoria di tutto ciò che è stato aiuta il Consorzio del Fiume Olona non solo a resistere al logorio dei tempi ma è d'aiuto per progettare il suo futuro

 - Chi si occupa di storia locale, in tutto il settore che sale da Milano verso il nordovest non può non occuparsi dell’Olona.
Personalmente ne ho sentito la necessità ed il fascino, nelle ricerche sulla storia di Vanzago, uno dei paesi che sull’Olona si affaccia – sia pure per poco – nel tratto inferiore del suo corso. Ricerche che ho condotto per passione e da non-professionista di storia quale sono, per lunghi anni, fino alla pubblicazione, tra l’altro, di una Storia di Vanzago, il mio paese.(1999)
- Forse anche per questo, la vicinanza di passione storica con il vice presidente Marco Besozzi e la  cortesia del presidente Dr. Miscione  li ha indotti a propormi un breve intervento a questa importante celebrazione dei 400 anni del Consorzio del Fiume Olona.
- Non presumo di poter tentare nessuna trattazione storico-sistematica nel breve tempo di questo intervento: vi prego quindi di scusare la sporadicità delle sottolineature che vorrei prospettarvi ora brevemente.

- Ricercando tracce ed argomenti sulle origini dei nostri paesi, senza trascurare di partire dal loro nome, se si dimentica l’Olona si rischia di accontentarsi dei giochi di parole (è un mio modesto giudizio personale!)  su probabili o improbabili nomi e cognomi latino-romani che – secondo il Dizionario toponomastico degli anni ’30 del buon Dante Olivieri  – sarebbero all’origine di quasi tutta la nostra toponomastica.
- Io sono tra quelli invece che ritengono che i nuclei radicali di buona parte della nostra toponomastica siano abbarbicati per provenienza ai linguaggi antichissimi dei primi abitatori di queste nostre terre,  i quali risalgono a tre o più millenni fa. Radicati, dico, nelle antiche lingue indoeuropee, o perlomeno celtiche, di cui gli specialisti danno, anche a noi storici dilettanti, qualche traccia su cui lavorare… o anche solo  fantasticare,  se volete. Ma è bello lo stesso.
- Spesso sono le versioni dialettali, dei nomi di paesi e villaggi oggi a noi noti, che sono più vicine e  legate alle forme originarie antiche.
E prendendo l’esempio dell’Olona, - che stasera in qualche modo celebriamo insieme ai quattro secoli del CONSORZIO che se ne cura – assumo la forma dialettale Urona,  molto più evocativa.
Ricordo che anche nei documenti scritti più antichi è molto frequente l’uso della forma “Orona”, la stessa quindi che nel dialetto muta la “o” in “u”.
- Osservo poi che, dal nome, l’Olona noi la percepiamo per lo più al femminile, dimenticando  che un fiume dovrebbe essere al maschile: l’Urona madre, talvolta matrigna quando si fa torrente in piena.
- Dico Urona …ma tra parentesi: c’è poi tutta la zona Cerro – Legnano – Castellana – Olgiate, cioè l’antica isola etnica ligure, scampata per così dire ai Celti, in cui scompare la “erre”  … ed il nome diventa “UONA”… ma la erre c’è comunque come un retro pensiero, come un’elisione fisiologica momentanea.
E’ la erre ben rotolante come l’acqua  che scorre, limpida un tempo… e che è la stessa “erre” dei nomi di tanti fiumi europei anche di grandissima rilevanza.
C’è con buona frequenza la coppia di suoni ar e an che sono un po’ anche onomatopeicamente l’acqua corrente e poi l’acqua  calma fluente:  coppia di suoni presente in tanti nomi di fiumi.
Penso al RRRodANo, alla Garonna, al RRReno (RHEIN in tedesco), all’AAr svizzero. Penso anche alle acque maestose della Senna, dell’Inn, del Donau-danubio.
- E dalle nostre parti italiche penso all’ARR  NO (quello grande di Firenze ma anche al nostro torrente del gallaratese) e a tanti altri che alla vostra curiosità scoprire.
E’ quindi davvero in bella e nobile compagnia la nostra Urona… AR..AN … acqua che scorre … acqua di vita nella denominazione che forse i primi abitatori le hanno dato.
Sì, perché il nome alle cose lo dànno gli uomini, come dice anche la Bibbia: nomi antichissimi, nomi assai simili se letti alle radici del linguaggio comune protoeuropeo, simili perché sono l’espressione vocale delle stesse emozioni alla vista delle stesse cose, nomi che hanno in un certo senso accomunato in radice i nomi di tanti fiumi europei.
Piccolo asterisco: resta fuori da quel concerto il nostro grande PO?
Niente affatto se si pensa al suo nome più antico di Eridano: ERR…AN. Meno male per gli affezionati dell’ampollina d’acqua al Monviso!
- Certamente i vari “an” furono poi latinizzati in “anum” (e qui si è divertito il citato Olivieri) ma non si può dimenticare la radice più antica.

Anche se non avessimo, nella Valle d’Olona, i numerosi siti archeologici testimoni concreti di antichissime localizzazioni abitative dell’Uomo, sarebbe già la toponomastica ben meditata  a certificare al nostro fiume una grande “nobiltà”, anche nella sua modestia idraulica: la nobiltà dell’aver generato e favorito antichissime ed importanti culture di convivenza umana e civile.
- Ma le abbiamo, anche le testimonianze e abbondanti: da Canegrate (così caratterizzata da dare il suo nome ad un tipo particolare di “civiltà”) a S. Lorenzo di Parabiago, fino alla recente ascia dell’Età del Bronzo ritrovata a Pregnana nel 1988… e solo per citarne alcune.
E citiamo appena, le successive numerosissime testimonianze di età romana e medioevale … fino alle splendide di Torba, di Castelseprio e proprio qui di Castiglione Olona.

Esse ci dicono e ci descrivono come lungo il corso dell’Olona la civiltà sia discesa dalle sue primitive origini lacustri  attorno ai laghi prealpini , fino alla pianura e fino a rendere possibile ed “improrogabile” la fondazione di Milano come nucleo urbano significativo.
Qualcuno ha osservato che, dopo il percorso lungo il Ticino (vedi Golasecca, ecc.) la civiltà andando in pianura ha puntato al suo centro – tra i monti e il Po, tra Ticino ed Adda – per la “scorciatoia” dell’Olona. E si fa datare di solito lo sviluppo del primo nucleo di Milano, in coincidenza con la deviazione dell’Olona verso la nascente Milano stessa, con lo scavo di nuova canalizzazione, a partire da Lucernate di Rho, circa al IV secolo av. Cr.
L’Olona cambia il suo corso naturale, forse in quel tratto, stagnante e paludoso per andare a portare contributo vitale di acqua alla città nascente ed in crescita… in mezzo alla pianura ed alle sue acque imbrigliate>> Med lan>>>Milano. Una storia ed una ricerca affascinante e mai terminata.

- Tutto il territorio attorno ed a monte di quel punto di deviazione, tra cui quello di Vanzago e Pogliano (oggetto dei miei studi) ha probabilmente tratto un diverso assetto da una bonifica dalle primitive paludi, trasformate in fertili prati e campi irrigati, la nascita di nuovi villaggi.

Certi vecchi contadini del mio paese che ho conosciuto ed intervistato, avevano un rispetto quasi sacrale dei “praa d’Urona” che mai si dovevano arare per non turbare la loro secolare “cotica”; e delle “bocche” che alimentavano le rogge di irrigazione, dei loro ritmi stagionali d’uso e delle “ruote settimanali” dei turni della preziosissima acqua … dalla Madonna di marzo alla Madonna di settembre …
Questo rispetto, dico, aveva tutta l’aria di discendere da molto lontano di generazione in generazione e di risalire forse fino a quei lontani secoli della deviazione; o almeno così lo percepivo.

- Non solo in quel tratto d’Olona, ma lungo tutto il corso del fiume quella fascia preziosa irrigata è stata probabilmente il primo motore economico della vita e dello sviluppo della Valle Olona. Irrigazione, pur da sempre in lotta misurata con l’utilizzo delle acque come forza meccanica delle pale ... i mulini.. i frantoi.. le folle.. fino ai primi telai  mossi dall’Olona.
Una storia lunghissima, una storia affascinante.

- Certo, a prima vista, nella nostra epoca di quasi spreco energetico, nella nostra età di spreco inquinante di residui, nella nostra età del cemento facile… rivedere quell’Olona … quella sua fascia verde… quelle sue bocche e rogge… persino quei suoi mulini non è facile.  Si sogna un po’ sui disegni schematici e pur bellissimi del Barca ( 400 anni fa), su quelli più raffinati del Raggi (fine Settecento), sulle mappe splendide dell’ingegnere Villoresi (fine Ottocento)
…Si fa poesia evocativa sui ruspanti nomi delle “bocche”   (la Civesca…la Luina.. la Pusterla… la Pissavacca… i riali: di Legnano, di Parabiago, di Rho…)

Sogni a parte, la ricostruzione d’immagine non è facile ma non ci si arrende…
Fra tanti sparsi amici dell’Olona, il Consorzio del Fiume Olona è proprio la testimonianza – storica ed insieme attuale ed istituzionale – di questo non arrendersi : c’è sempre molto da fare in termini di opere di salvaguardia e, per quanto ne so,  il Consorzio è ben sollecito e determinato a farle.
Come “storico” io  ne osservo in particolare con grande compiacimento quella che non è forse la sua attività principale né suo compito specifico, ma che è tuttavia tra le premure dei suoi amministratori e dirigenti: la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio di documentazione storica che in oltre quattro secoli si sono accumulati nel suo archivio.

Certo l’archivio storico del Consorzio del fiume Olona è già noto a molti studiosi, è stato consultato ed ha già dato linfa per molte tesi di laurea. Tuttavia – accostando questo archivio, come ho potuto fare con l’intento di contribuire ad una sua più facile tracciabilità – ho ri-valutato appieno la sua enorme potenzialità come fonte per la storia locale … e ciò a partire non solo dal Seicento ( data di istituzione del Consorzio) ma da diversi secoli prima, per via dei numerosi rimandi e citazioni e riproduzioni di documenti più antichi.
Sfilano in esso i Potenti del Ducato di Milano  (Visconti, Sforza, Governatori spagnoli, arciduchi e plenipotenziari asburgici, deputati napoleonici, ecc.ecc.) ; scorriamo i nobili possidenti, i monasteri e le congregazioni religiose.. fino all’avanzare della borghesia industriale; passiamo dalle prime intuizioni tecniche sulla conduzione delle acque fino alle complesse teorie dell’idraulica moderna; vediamo scorrere generazioni di mugnai, stirpe abile e potente, fino al sopraggiungere dei potenti industriali; passano i grandi Conservatori del Fiume..i custodi.. i campieri.. i geniali ingegneri del Consorzio .. funzionari .. ragionieri  ..archivisti..
E’ l’occhio dello storico che li deve saper tutti evocare.

- Questo prezioso patrimonio si porta però anche dietro l’onere della sua conservazione, della sua miglior conoscenza per la consultazione, della valorizzazione dei documenti più preziosi, che sono poi anche assai belli…nel riportarci di colpo – nelle loro riproduzioni fedeli – ad atmosfere impossibili di un mondo passato per sempre.

Vedo il Consorzio fare ogni sforzo e cercare le vie opportune per una tale valorizzazione; e non è difficile immaginare che ogni aiuto e contributo che possa venire da tutti quelli che ho chiamato “amici dell’Olona” possa essere prezioso e validissimo.

Non mi azzardo neanche in uno dei dettagli a titolo esemplificativo dei contenuti dell’archivio storico: esso è così ricco, per l’appassionato cultore che sa valutare la storia locale come ricca di sfumature è la vita vissuta dalle generazioni precedenti. Però un piccolo esempio ce lo offre la riproduzione che viene distribuita questa sera… va letta con pazienza come assaggio per assaporare tempi andati.
- Concludo avendo già troppo abusato della vs. pazienza. Mi basterebbe aver suscitato la vostra curiosità sull’Olona … in termini che possano poi provocare anche un vostro contributo ed interesse appassionato. Del resto, parlar dell’Olona e di quella nostra storia che sempre si porta dietro, infinita come la sua acqua… è sempre per me un piacere.
Grazie per la vostra pazienza.

Intervento di Gioachino Mauri (Curatore dell'Archivio del Consorzio del Fiume Olona) effettuato in data 12 Aprile 2007 - Castiglione Olona - Castello di Monteruzzo 

 



 



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